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(In)sensata esperienza

Alcuni accadimenti della nostra vita restano per sempre impressi nella memoria per la loro bellezza; altri perché ne facciamo tesoro in modo che non si ripetano più.

Io, ad esempio, dalla notte che sta per terminare ho imparato alcune cose.

Ho imparato che sottrarsi all’afa con la scusa di andare a fotografare il cielo non è sempre una mossa azzeccata, soprattutto quando l’umidità dell’afa di cui sopra diffonde l’illuminazione notturna, facendo sembrare uno dei luoghi più famosi per la qualità del cielo il dipinto di un tramonto a colori ipersaturi:

Ho imparato che se durante la salita c’è vento, trovare un luogo riparato non mi metterà al sicuro da improvvise raffiche capaci di disseminare per la valle quei fragili spessori di vetro chiamati filtri.

Ho anche imparato che, in barba alla statistica, ci sarà sempre una raffica fuori dai 3 sigma capace di ribaltare tutto il treppiede.

Infine, grazie a quest’ultima, ho imparato che le ottiche fotografiche mal tollerano l’incontro coi terreni accidentati, specie se rocciosi.

La sezione fotografia si prende una pausa di riflessione.

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