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Qualche macchia sul Sole

Il Sole sorge sulla campagna piemontese. Visibili sul disco, alcune delle macchie solari che stanno popolando la fotosfera in questo inizio di ciclo solare 25.

Canon 7D mark II
Canon 70-200 f/2.8 + extender x2
ISO 100, 1/60 – 1/1000 s, 640 mm equivalenti, f/8
Blend di 5 scatti a diverse esposizioni
scattate alle ore 7:42 CET del 10-02-2023

Il Sole è tornato a dare segni di attività sostenuta.
Dopo un periodo di quiescenza, negli ultimi tempi la fotosfera è tornata a popolarsi di un buon numero di macchie solari, segno inequivocabile dell’inizio del ciclo solare numero 25.
Le macchie solari sono regioni della superficie del Sole (fotosfera) in cui il campo magnetico è particolarmente intenso; questo inibisce il riscaldamento di quella parte di fotosfera, facendola apparire più fredda e, dunque, più scura.

Le macchie solari furono oggetto di studio per la prima volta all’inizio del XVII secolo: Galileo Galilei le descrisse ampiamente arrivando a polemizzare, come spesso accadeva, con i suoi contemporanei riguardo la paternità della scoperta. Polemiche inutili, visto che probabilmente il primo a studiarle fu l’astronomo olandese David Fabricius, che con le sue osservazioni precedette di qualche mese lo scienziato pisano.

Osservare le macchie solari è abbastanza semplice: basta dotarsi di un piccolo telescopio e di un filtro solare in luce bianca per ridurre l’intensità luminosa del disco. In alternativa, macchie solari sufficientemente grandi possono essere viste anche quando a ridurre l’intensità del disco del Sole sono fenomeni atmosferici, come nebbia e nuvole, o durante la levata o il tramonto del Sole, quando questo è molto basso sull’orizzonte.

Ecco perché qualche giorno fa sono andato a cercarmi un posto che normalmente non rientra nei miei luoghi di scatto preferiti: una zona di campagna piemontese assolutamente pianeggiante con l’orizzonte a sud-est il più possibile sgombro, in modo da poter fotografare la levata del Sole e le macchie solari senza ausilio di filtri se non l’estinzione atmosferica.

Dettaglio del disco solare, dove sono ben visibili alcune macchie.
la fotosfera ripresa in luce visibile dalla sonda della NASA Solar Dynamics Observatory (SDO).
L’immagine è stata ruotata in senso antiorario di 27 gradi per far coincidere la posizione delle regioni attive.
Crediti: NASA/SDO e Spaceweather.com
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