In due parole, il cosmo. Episodio 1: la misura del tempo

Dicono che se vuoi fare cose nuove, migliorare, devi uscire dalla zona di confort. In questo caso, io l’ho fatto per ben tre volte.

Primo: mettere in gioco la mia voce; che va benissimo, fino a quando non la risenti registrata.

Secondo: scrivere, suonare e incidere un jingle in maniera decente; va bene che ci sono le musiche free in giro per la rete, ma vuoi mettere la frustrazione soddisfazione finale?

Terzo: sforzarsi di essere brevi, cosa che nella mia vita mai è capitato. Anche perché l’idea primigenia era di proporre qualcosa “in pillole”, meno complesso e con meno pretese di un articolo vero e proprio.

Dunque eccola, la prima puntata de “In due parole, il cosmo”, un mini podcast di astronomia per chi ha poco tempo, ma anche per tutti gli altri.
Ne seguiranno altre, forse.
A giustificazione preventiva c’è da dire che si può solo migliorare.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. yaxara ha detto:

    Hai fatto una cosa bellissima, altroché, anche l’intro!
    (E sono d’accordissimo sul fatto che l’universo sia mal fatto, poteva essere fatto meglio; siamo ancora in tempo per mandarlo indietro e averne un altro?)

    1. Emanuele Balboni ha detto:

      Grazie! Per quanto riguarda l’Universo temo che la garanzia fosse di 1 miliardo di anni… il fatto che all’epoca non ci fosse nessuno (forse) in grado di farla valere fa luce su lacune giuridiche ancora da colmare.

      1. yaxara ha detto:

        In pratica l’universo è un prodotto Apple: ti accorgi che è scassato solo quando finisce la garanzia.

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