Un pezzetto di Mercantour / 2

Les Laussets mattino

Quando apro gli occhi il cielo è chiaro, di quel chiarore metallico e indefinito che rende difficile capire cosa ci si trovi sulla testa, ma lungo la linea frastagliata dell’orizzonte la tenue sfumatura dell’aurora lascia intuire che le nuvole della notte sono sparite. Come le stelle, ovviamente.

Perché è così che va in montagna: alba serena, poi le nuvole aumentano durante la giornata; nel pomeriggio magari temporali – sai, li chiamano “di calore” per un motivo – per poi dissiparsi al tramonto. Proprio come ieri, quando qualcuno di mia conoscenza era convinto che il mondo ce l’avesse con lui e invece poi è tornato il sereno; sì, va bene, per poco tempo, ma chi è che sostiene sempre che basta una mezz’ora di cielo limpido per scattare la foto giusta per cui mi pare che si abbia ben poco di cui lamentarsi in questo caso sinceramente ritengo che sia riuscito a fare ciò che avevi in mente che poi tu possa non essere soddisfatto del risultato è un altro paio di maniche ma allora forse sarebbe da riconsiderare la capacità di fare delle fotografie decenti e non prendersela con il meteo e se sei arrivato a leggere fin qui sai come visualizzare il sorgente di un html
Lascio perdere il sottofondo blaterante dei miei pensieri e mi godo le cime che poco alla volta il Sole tinge di rosso. Indugio sul paesaggio finché la condensa della notte non evapora, quindi impacchetto la mia roba e mi incammino sulla via del ritorno, incrociando sul sentiero gli escursionisti più mattineri.
Trascorro buona parte del pomeriggio sdraiato sull’erba a fondovalle oziando alla penombra di un larice, mentre il cielo azzurro si torna a popolare di nuvole; perché in fondo è proprio così che va in montagna.
Appurato che forse oggi non pioverà, e dopo un atto di estrema incoscienza (come entrare in una boulangerie miracolosamente aperta a Ferragosto e chiedere lumi riguardo a un qualcosa che potrebbe assomigliare a un pezzo di pizza, ma anche no – “lardon, fromage et ananas: c’est bon!!”) mi incammino verso la prossima meta.

Raggiungere il Lac des Sagnes non è complicato, anzi: ci si può arrivare in automobile, a patto di essere dotati di qualcosa di più di una piccola utilitaria. Ecco perché io lascio la mia al bivio per il lago e mi incammino lungo gli 11 km di strada bianca, salutato a intervalli irregolari dai passeggeri del SUV che stanno tornando dalla loro gitarella pomeridiana, appestando il sottoscritto con i gas di scarico e la polvere sollevata al loro passaggio. Il posto merita, per cui persevero, ma prendo un appunto mentale per le prossime gite: mai più una meta che sia raggiungibile da un qualsivoglia mezzo a motore, solo sentiero! Così vediamo se te la ridi ancora facendo ciao-ciao con la manina da dietro il finestrino del tuo 4×4…

Sì, come no, mi immagino già la scena dall’alto:
“Babbo, guarda: ci sono dei 
POVERY™ sul sentiero laggiù! Come sono piccoli!”
“Adalberto, ti ho ripetuto millanta volte che non sta bene indicare col dito. Ora torna a sederti composto, ché stiamo per atterrare: a quest’ora gli sherpa dovrebbero aver finito di montare la tenda.”

Arrivo al lago poco prima di un tramonto che percepisco più che vedere: le nuvole sono ancora spesse, ma la mia vena di ottimismo mi suggerisce che, se è andata (più o meno) bene ieri, andrà bene anche oggi, giusto? Trovo il posto adatto, poso lo zaino e monto il tutto; nel frattempo scopro che, se uno ha davvero fame, può arrivare a trovare passabile persino l’accostamento ananas e pancetta.

La storia si ripete. Quasi a voler replicare un copione già sperimentato, il cielo si rasserena quasi del tutto al crepuscolo, per poi tornare a coprire Marte, Saturno e la Via Lattea, in pochi minuti; tanto basta però per poter immortalare la scena riflessa nel lago.

Crepuscolo Lac des Sagnes
Marte, Saturno e il centro della Via Lattea si riflettono nelle acque del Lac des Sagnes al crepuscolo.

Canon 6D modificata
Samyang 24 mm f/1.4
ISO 3200, 20 s, f/2.0
Panorama di 4 scatti verticali
Scattata alle ore 22:05 CEST ca. del 14-8-2018

A più alta risoluzione qui.

Con il cielo coperto, l’umidità che sull’acqua forma banchi di foschia sempre più densi e l’assalto serrato di orde di zanzare capisco che cercare di dormire qui potrebbe rivelarsi un’impresa più audace del previsto, per cui decido di tornare indietro ripercorrendo la strada alla luce del frontalino.
Giunto in vista delle sparute luci di Jausiers all’una passata del mattino stendo il sacco a pelo e cerco un po’ di riposo. L’alba che mi sorprende nella radura a lato strada filtra a malapena dallo strato di nuvole, illuminando a tratti le cime sopra Barcelonette all’orizzonte.

alba Barcelonette

Capisco che è il commiato momentaneo per questo piccolo pezzo di Mercantour: le previsioni meteorologiche non sono per nulla incoraggianti e sono già stato abbastanza fortunato per due sere di fila. Chiedo scusa al proverbio, ma non mi sembra il caso di forzare troppo la mano.
E poi, diciamo la verità: l’età avanza e un letto vero credo di essermelo meritato.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. yaxara ha detto:

    La foto del Lac de Sagnes è… wow!
    Invece la descrizione della pseudo-pizza mi ha generato un brivido d’orrore.

    1. Emanuele Balboni ha detto:

      🤣 è stata anche la mia prima reazione!

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