Monviso timido

Monviso timido

Sì, l’ho definito “timido”. Perché “sciopa, ti e l’efet Venturi”1 mi sembrava meno poetico.

Cime isolate spesso presentano le cosiddette nubi a bandiera, un fenomeno meteorologico che si forma lungo i versanti sottovento. Il forte vento in quota che incontra il monte prima viene compresso risalendo il pendio  e poi si espande una volta superata la cima. Questa espansione provoca una diminuzione di pressione, che richiama aria più umida dal fondovalle. Arrivata in quota l’umidità condensa, dando vita alle nubi.

Sì, lo so: quanto scritto sopra non è del tutto corretto (per i pistini qui trovate tutte le equazioni fluidodinamiche del caso, buon divertimento) e in fondo chi me l’ha chiesto.
In effetti nessuno, ma fa parte della mia autoterapia scrivere cose di cui non frega ad anima viva, in modo da placare la delusione per la levataccia che mi ha dato modo di godere del cielo terso e dell’intera cerchia di cime alpine al sorgere del Sole, a eccezione di quell’unico, stramaledetto agglomerato nuvoloso proprio lì, a nascondere la sommità del Re di pietra.


Canon 6D
Canon 70-200 mm f/2.8 + extender x2
ISO 100, 1/20 – 1/30 s, 400mm, f/8

Time-lapse di 330 immagini

scattate tra le 6:13 e le 6:35 CEST del 30-4-2018

 


1.^ “Crepa, tu e l’effetto Venturi”. Dovendo insultare il Monviso, il piemontese è d’obbligo.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Maria ha detto:

    E dove sei andato per guardarlo negli occhi? Noi oggi in valle Pellicce, su per il vallone del Pra, abbiamo trovato un sacco di slavine a disturbare il cammino…

    1. Emanuele Balboni ha detto:

      Poco oltre Carmagnola, in aperta campagna.

  2. lavirtunelpiatto ha detto:

    ma è una meraviglia!

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