Ogni tanto i link sponsorizzati ci azzeccano. Di solito, questi interventi non richiesti buttati più o meno a tradimento nella timeline dei social network mi consigliano di seguire un personaggio noto solo perché qualche mio contatto ne legge la pagina satirica, dimostrando come – nei loro complessi algoritmi – i signori della Silicon Valley abbiano dimenticato di implementare il fattore “umorismo”.
Ma ogni tanto ci prendono, ed è grazie a uno di questi se tra una settimana sarò a La Palma – Isole Canarie – a seguire un workshop di fotografia astronomica tenuto da Babak Tafreshi.
È quasi l’ora dei preparativi. Sto facendo una cernita dell’attrezzatura fotografica, ponderando la scelta delle lenti e valutando l’acquisto di qualche accessorio aggiuntivo (sì, forse stavolta un temporizzatore vero potrei procurarmelo); perché basta un niente che si arriva alla sera prima, quella in cui ci si trova sempre all’ultimo a riempire lo zaino. E svuotare la tazza*.
* ^ Un filosofo si recò un giorno da un maestro zen e gli dichiarò: “Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi”.
“Posso offrirti una tazza di tè?” gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.
“Ma che cosa fai?” sbottò il filosofo. “Non vedi che la tazza è piena?”
“Come questa tazza” disse il maestro “anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos’altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”